Come abbiamo introdotto nel precedente articolo, le Linee Guida hanno l’obiettivo di supportare dal
punto di vista tecnico le regioni e le province autonome per la definizione dei progetti sui servizi di
telemedicina. Nella “Sezione 1″ vengono indicati i Requisiti Funzionali dei Servizi di Telemedicina,
ossia i requisiti minimi funzionali che dovranno caratterizzare i progetti affinché l’erogazione dei
servizi sanitari in regime di telemedicina sia omogenea.
L’utente che potrà usufruire del servizio di Telemedicina dovrà risultare eleggibile, per tale servizio,
dal punto di vista clinico, tecnologico, culturale e di autonomia o disponibilità di un caregiver, se
necessario. L’eleggibilità clinica verrà valutata su giudizio insindacabile del medico. Essendo un
servizio da remoto, l’utente dovrà disporre di apparecchiature tecnologiche compatibili per la
prestazione, la cui idoneità sarà oggetto di valutazione, ad esempio se dispone di uno smartphone
adeguato per l’installazione delle applicazioni. Verranno effettuati, se necessario, sopralluoghi nel
domicilio del paziente, per verificarne le caratteristiche fisiche, impiantistiche ed igieniche.
Verrà valutata la capacità di utilizzo dei kit per la telemedicina, ossia la digital literacy
(alfabetizzazione digitale) del paziente e/o del caregiver, per valutare il grado di autonomia nell’uso
dei dispositivi.
I servizi minimi che l’Infrastruttura Regionale di Telemedicina (IRT) dovrà erogare saranno:
1. Televisita;
1. Teleconsulto/Teleconsulenza;
2. Telemonitoraggio;
3. Teleassistenza.
Ognuno di essi sarà composto da un set di micro-servizi logici che ne descriveranno il perimetro
funzionale e sono classificati all’interno di uno dei seguenti cluster:
1. Specifici: sono i micro-servizi logico-funzionali essenziali per l’erogazione dei servizi di
telemedicina;
2. Trasversali: sono i micro-servizi logici necessari, nel singolo contesto regionale, per
l’integrazione con i servizi funzionali all’erogazione delle prestazioni sia in presenza, sia in
Telemedicina. Tali servizi sono a supporto del Sistema Sanitario Regionale per integrare la
Telemedicina all’interno del modello organizzativo, tecnologico e normativo esistente e
devono essere inclusi nei progetti regionali;
3. Opzionali: sono i micro-servizi che possono essere inclusi nel perimetro di funzionalità dei
progetti regionali di Telemedicina ma che non sono necessari per lo sviluppo dei servizi
minimi e per l’erogazione delle prestazioni in telemedicina.
Questa classificazione consente a ciascuna regione di presentare progetti modulari adatti al proprio
contesto organizzativo e tecnologico, in linea con i piani di ammodernamento e completamento
degli ecosistemi regionali. I micro-servizi specifici e trasversali sono necessari e vanno sempre
inclusi affinché l’IRT possa funzionare. Laddove alcuni micro-servizi trasversali non siano presenti,
la regione potrà decidere se realizzare il servizio trasversale con i propri finanziamenti e poi
procedere, con i fondi PNRR, all’integrazione con l’IRT, oppure se implementare solo una versione
minima del servizio trasversale.
Esempio: se il modulo “refertazione e firma digitale” non è presente nella regione x, questa potrà
decidere se implementarne il servizio con i propri fondi e poi integrarlo con l’IRT, oppure se
implementare all’interno della IRT la versione minima necessaria per erogare il servizio.
Se la regione ha già implementato uno dei quattro servizi minimi, può valutare se acquisire i servizi
minimi mancanti dalle suite messe a disposizione dalle regioni capofila, purché il servizio
implementato risponda alle linee guida. Le suite che comporranno le IRT dovranno includere tutti e
quattro i servizi minimi.
Per la classificazione dei micro-servizi specifici, trasversali, opzionali afferenti ai quattro servizi
minimi, si rimanda al documento in link:
GazzettaUfficiale
Per ogni IRT devono essere previste due realtà:
1. Uno o più Centri Servizi, gestiti da personale tecnico e con compiti tecnici tra cui la
distribuzione dei dispositivi medici al domicilio del paziente, la loro installazione e
manutenzione, ritiro e sanificazione al termine del servizio. Si fa carico di aspetti quali:
- Manutenzione della piattaforma;
- Gestione degli account;
- Help desk per gli utenti presi in carico dall’IRT;
- Monitoraggio e gestione degli “Alert” tecnici dei dispositivi medici;
- Formazione, rivolta a pazienti e caregiver, sull’uso dei dispositivi medici.
2. Uno o più Centri Erogatore, gestiti da operatori sanitari e con compiti sanitari tra cui
l’erogazione delle prestazioni di Telemedicina per il monitoraggio dei parametri clinici dei
pazienti e la gestione degli alert sanitari.
L’IRT dovrà consentire dal punto di vista tecnico l’erogazione del servizio H24, 7gg su 7. I progetti
presentati dalle regioni devono definire, per i quattro servizi minimi, i livelli di servizio (SLA)
afferenti alle pratiche di:
- Gestione degli Incidenti;
- Abilitazione al cambiamento (Change Management);
- Gestione Richieste di Servizio.
Dovranno essere definiti i tempi di presa in carico e i tempi di ripristino del servizio tenendo conto
della valutazione della priorità delle anomalie/incidenti. I livelli di priorità delle anomalie saranno
valutati secondo due parametri di analisi:
➢ Urgenza: identifica l’urgenza dell’intervento in base alla tipologia di funzionalità del
servizio minimo in anomalia;
➢ Impatto: identifica gli impatti del malfunzionamento verificatosi a livello delle diverse
tipologie di utenze coinvolte.
La combinazione dei due parametri consente la costruzione di una Matrice di Priorità che assegna
il grado di priorità alle anomalie. I due parametri hanno ognuno quattro livelli interni: critico, alto,
medio, basso. Si ottengo incrociandoli 16 valutazioni.
Esempio: se un impatto critico si incrocia con un livello di urgenza medio, avremo una priorità
alta dell’anomalia. Analogamente un impatto basso e un livello di urgenza alto, darà un grado di
priorità dell’anomalia medio.
In riferimento alla Matrice, viene riportata la tabella con gli SLA della manutenzione correttiva,
ossia i tempi di presa in carico e di risoluzione degli incidenti e di ripristino del servizio, tempi che
devono essere garantiti dai Fornitori dei Servizi Minimi di Telemedicina. Queste tempistiche
dovranno essere coerenti con quelle raccomandate dalle case produttrici dei dispositivi medici.
Conclusioni
La norma mette in evidenza come l’attenzione sia posta sull’utente e sulla omogeneità territoriale.
Lo scopo sarà quello di garantire una rete capillare di monitoraggio nella vita concreta dell’utente.
Si parla infatti di sopralluoghi nel domicilio del paziente, di formazione del paziente e del caregiver,
di dotazione tecnologica. Requisiti essenziali affinché il servizio possa essere usufruito.
È evidente che la stessa norma lascia dei punti riflessione: cosa fare nel caso in cui il paziente abbia
la comprovata eleggibilità clinica ma per condizioni socio/economiche/culturali non abbia
l’eleggibilità che potremmo definire tecnica? Cosa è previsto in questi casi? Chi sarà a formare
l’utenza e come verrà valutata la formazione? Quali sono i fondi per le dotazioni tecnologiche
rivolte all’utenza laddove non disponibili ma necessarie, a seguito della valutazione clinica? Il
nostro punto di vista non è tanto il far usufruire il servizio a chi già sa usare la tecnologia, quanto
integrare chi, per diverse ragioni, non ha praticità con essa.
In merito all’omogeneità territoriale, cosa si intende per regioni capofila? I termini potrebbero
risultare in contrasto e si preannuncia una graduatoria tra regioni: quelle già pronte a erogare il
servizio e quelle invece non ancora pronte. In quali tempi verrà raggiunta l’omogeneità? L’utente
appartenente a queste regioni in quanto tempo potrà usufruire del servizio? Non è ancora chiaro
entro quando le regioni regolamenteranno il tutto, ma di certo, siamo tra i primi paesi in Europa a
regolamentare la Telemedicina.
Un aspetto positivo è il collante tra virtuale e reale dato dalla creazione di Centri Servizi e Centri
Erogatori. La norma non ha dimenticato l’importanza di un punto di riferimento reale e fisico per
l’erogazione del servizio. Il punto centrale resta il monitoraggio.
Questo servizio minimo, il Telemonitoraggio, si affida alla tecnologia e all’utilizzo di questa da
parte dell’utenza. Questo presuppone una accurata scelta dei dispositivi medicali da utilizzare. La
precisione di questi e la loro affidabilità deve sposarsi con una elevato grado di facilità di utilizzo e
non solo, anche di manutenzione e risoluzione delle eventuali problematiche.
Queste premesse speriamo possano eliminare, dalla scelta, i dispositivi medicali definiti
erroneamente tali, a favore di quelli veri e affidabili, ampiamente certificati. Questo è un aspetto
importante vista la diffusione di apparecchiature ad uso quotidiano che rilasciano monitoraggi dei
parametri vitali all’utente senza avere la minima certificazione relativa ai dispositivi medici.
Questo potrebbe essere un traguardo culturale relativo all’utilizzo della tecnologia, che garantisce
all’utente l’affidabilità e la validità dei dati clinici.
Articolo scritto in collaborazione con Dott. Paolo Marini, Ingegnere delle Telecomunicazioni e la
Dott.ssa Giovanna Giarrusso, Psicologa – Psicoterapeuta in Formazione